SEMI DI FUTURO

Gianni Pisano
5 min readFeb 23, 2021

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SEMI DI FUTURO

Quando penso ad un futuro penso: “bellezza”. Che la bellezza sia conosciuta ed apprezzata.

Il nostro paese l’Italia ha la più grande normativa in materia di salvaguardia dell’ambiente ed è forse uno dei paesi maggiormente oggetto di attacchi al patrimonio paesaggistico moltissime volte per assoluta mancanza di consapevolezza del valore di questo patrimonio. Non a caso la presente situazione pandemica vede la cultura, lo spettacolo, i luoghi della tutela del patrimonio storico, artistico, archeologico come aspetti dimenticati considerati non rientranti nelle categorie economiche indispensabili al paese e quindi sacrificabili.

Se considero la bellezza parte di me, se sono consapevole del suo valore è pressoché inutile salvaguardarla e soprattutto legiferare per affermare l’importanza.

Una delle cose che mi stupisce della storia è come durante gli anni del ventennio ci fosse una tutela del patrimonio storico maggiore di quanto sia oggi. Allora lo scopo era esaltare la civiltà romana al fine di rivivere gli splendori dell’età imperiale e quindi se ne esaltò il valore per la nostra tradizione e ciò favorì da un lato il recupero di materiale, la sua conservazione e tutela e la scoperta ad esempio di Ercolano e di altri importanti reperti.

La cosa che mi stupisce è che tutto ad un tratto quelle rovine dove pascolavano le pecore o si buttavano immondizie non erano più considerate MACERIE (qui si che è passata la guerra diceva una signora ignara del passato) ma erano un passato italiano di cui essere orgogliosi.

Abbiamo ovunque un patrimonio che i nostri antenati, con fatica e gioia, ci hanno lasciato. Ma noi non ne siamo completamente consapevoli.

Esempi come quello di Matera che si è risvegliata come luogo di cultura, che ha investito nel proprio sapere immateriale portando alla rinascita della città sono elementi isolati.

Occorre lavorare sul racconto, creare percorsi suddivisi per temi ed educare i ragazzi delle scuole affinché siano loro a diventare accompagnatori, guide orgogliose del proprio luogo.

INIEZIONI DI BELLEZZA

SEMI DI FUTURO

Cosa significa? Significa che per avere una pianta alta, forte, rigogliosa occorre seminare in un terreno adatto il seme giusto.

Abbiamo già inserito un gran numero di variabili.

Terreno adatto=un terreno che sia fertile, che possieda le caratteristiche ottimali per dare nutrimento, per garantire radicamento, che fornisca supporto, ancoraggio, presenza di acqua senza ristagni, che sia adatto anche dal punto di vista climatico, con una buona esposizione ai raggi solari, riparato dai venti, con clima favorevole.

Seme giusto= un seme sano, potenzialmente fornito di tutto il bagaglio necessario per radicarsi e crescere, per cercare la luce ed il migliore appoggio.

Semplicemente abbiamo visto che occorrono tantissime cose affinché il seme generi una pianta. E’ anche vero che sono state le piante, il mondo vegetale nel corso dell’evoluzione a creare l’ambiente adatto in una continua gara di mutui adattamenti.

Torniamo a noi ed ai nostri semi di futuro.

Qui e ora esistono le condizioni per poter pensare a un futuro migliore. Umberto Galimberti direbbe che in questo nostro intento siamo profondamente inseriti nella cultura cristiana che vede il futuro come un luogo migliore rispetto al presente di sofferenza ed al passato.

Per me il futuro può essere migliore solo essendo maggiormente consapevoli di noi stessi. Delle nostre relazioni profonde con l’ambiente, con tutto ciò che ci circonda. Ogni nostra scelta produce effetti sul nostro intorno. In questa epoca di “contagi”, di chiusure forzate, di blocco delle attività e distanziamento obbligatorio ce ne rendiamo conto quotidianamente. Quando dico ogni scelta vuol dire che anche il non scegliere è una scelta. Se non mi occupo di qualcosa delego a qualcun altro tale compito avvalorando la sua scelta.

Questo continuo impegno genera ansia, un’ansia di essersi dimenticati qualcosa, per aver scordato qualcosa di “importante”, di fondamentale e questo senso di mancanza va lavorare su quel senso sottile di inadeguatezza che mina la mia autostima.

La pubblicità sfrutta amabilmente questa sottile insoddisfazione fornendo adeguati prodotti atti a completare il mio mondo in una continua rincorsa ad AVERE dimenticando di ESSERE.

Cosa può cambiare il nostro mondo se non l’educazione, se non l’apprendimento della consapevolezza.

Abbiamo relegato l’educazione al momento scolastico dove i ragazzi vengono riempiti di nozioni come se fossero menti vuote da colmare di conoscenze di saperi già completamente definiti e pronti all’uso, di prodotti.

Non ci si chiede cosa sanno, da dove provengano, cosa desiderino, quale sia la loro cultura, a cosa aspirano, che sogni hanno.

Sono considerati contenitori VUOTI da riempire.

Occorre instillare il desiderio di conoscere: La ricerca, la scoperta, la possibilità di inventare.

Mi piace quella frase di Einstein che diceva:

Tutti noi sappiamo con assoluta certezza che ci sono cose IMPOSSIBILI da realizzare. Fino a quando arriva qualcuno che non lo sa e le inventa!

Quando Marconi ha realizzato la trasmissione con onde radio a grande distanza i più grandi fisici del tempo erano assolutamente sicuri che le onde non AVREBBERO POTUTO ESSERE TRASMESSE a grande distanza! Era scientificamente provato che non poteva funzionare.

Tutta questa digressione ha lo scopo di sottolineare come l’impegno maggiore per i semi di futuro debba concentrarsi sulle conoscenze in un nuovo paradigma del sapere, della consapevolezza, presenti a noi stessi.

La psicoanalisi ci dice che le nostre azioni sono ampiamente governate dall’inconscio, il non conosciuto di noi, la nostra parte sommersa dell’iceberg del nostro se. LA parte consapevole è la parte piccola che emerge al di fuori delle acque.

Il prof. Galimberti sollecita a cercare di conoscere sempre un po’ di più il nostro inconscio in modo da non fare scelte, azioni A NOSTRA INSAPUTA!

Questa ricerca di conoscere se stessi è coltivare la consapevolezza, è un lavoro quotidiano che comunque ha bisogno di un primo passo, di un inizio, di un innesco.

Io ho trovato un modo per lavorare su di me: è la Bioenergetica Umanistica e l’associazione di cui faccio parte vuole far conoscere questa possibilità.

Il mio desiderio è diffondere questo modo che io stesso ho approfondito e che mi ha aiutato e mi dà una mano ogni giorno.

Qui però si erge un ostacolo, questo PERCORSO NON è PER TUTTI. Non perché sia appannaggio di un ‘élite, di un gruppo di iniziati ma per due semplici motivi:

1. Deve essere scelto dalla persona, non può essere “subito”, scelto da altri al posto nostro, imposto.

2. E’ un percorso che ci mette di fronte al giudice più impietoso che esista_ noi stessi. Fa affrontare le nostre parti buie, quelle che NON VOGLIAMO VEDERE. Che ci specchia realmente e questo è un combattimento per il quale non siamo addestrati, che ci fa più paura che uscire dalla trincea, baionetta in canna, e correre verso il nemico. Qui occorre veramente coraggio.

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Gianni Pisano
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